Partiamo subito con l’assunto che non esiste un modo giusto, universalmente riconosciuto, per essere genitori capaci. Se avessimo la ricetta, la troveremmo scritta in ogni dove…

L’autostima è la valutazione che abbiamo di noi, un senso soggettivo, globale e duraturo di avere valore. Avere una buona autostima non significa essere narcisi o egocentrici, bensì avere una sana visione di sé: essere consapevoli sia delle proprie qualità sia dei propri difetti, senza essere ipercritici.

Capita frequentemente, oggi, di sentire parlare (a volte anche a sproposito) di orientamento sessuale, genere, scelte di vita, comportamenti inadeguati, senza sapere con certezza a cosa ci stiamo riferendo o, peggio, rischiando di far confusione mettendo
insieme caratteristiche ed aspetti che sono in realtà distinti tra loro.
Cerchiamo allora di fare un po’ di ordine, senza la pretesa di essere esaustivi in materia, ma provando a definire alcune “linee guida” per capire meglio chi siamo, come si orientano i nostri sentimenti, che scelte facciamo e come ci comportiamo nella vita di tutti i giorni.

Sembra strano pensare che il corpo e la mente possano davvero parlarsi, comunicare in qualche linguaggio a noi sconosciuto e quindi di difficile codificazione, ma è cosi.

Ce lo insegna la psicosomatica, disciplina volta allo studio delle malattie in una prospettiva di multifattorialità e complessità, in cui sia la componente medica sia quella psicologica sono contemplate in egual misura.

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