Le emozioni soni fenomeni ben definiti, che inducono un’attivazione generale dell’organismo con la comparsa di reazioni motorie, fisiologiche ed espressive precise e rilevanti, in modo tale da permetterci di affrontare le varie situazioni che di volta in volta si presentano.

Se ci prestiamo attenzione, ci accorgeremo che in qualsiasi situazione ed attività quotidiana possiamo sempre identificare nel nostro vissuto una componente emotiva, mentre il nostro comportamento viene orientato e controllato dall’intervento delle funzioni cognitive superiori.

Basi neurali: gli studi fisiologici hanno localizzato il principale centro di coordinamento delle emozioni a livello dell’amigdala, una struttura sottocorticale del sistema limbico, e nel doppio interscambio di informazioni che si verifica tra questa struttura e, da un lato le aree corticali associative e sensoriali, dall’altro i nuclei talamici.

Questo ci fa capire che quando proviamo un’emozione entrano in gioco diverse componenti che coinvolgono contemporaneamente più sistemi:

  1. quello fisiologico: riguarda soprattutto l’attivazione del nostro sistema nervoso;
  2. quello cognitivo: a che fare con i pensieri, i ricordi e la valutazione degli stimoli e delle situazioni;
  3. quello espressivo-motorio: è il modo in cui reagiamo, ci comportiamo ed esprimiamo le emozioni (soprattutto la mimica facciale);
  4. quello motivazionale: è l’insieme dei processi che ci spingono a provare determinate emozioni o a reagire di fronte d uno stimolo emotigeno;
  5. quello soggettivo: riguarda la percezione delle nostre modificazioni fisiologiche ed espressive di cui abbiamo consapevolezza grazie alla capacità di autoosservazione; ma anche la nostra individualità che ci rende unici e ci fa vivere in modo personale ogni singola emozione.

Per semplificare, ancora più in generale potremmo dire che nelle emozioni operano tre macro livelli:

  1. quello biologico che ha che fare con la nostra base fisiologica: le emozioni smuovono il corpo, lo attivano e ne cambiano l’equilibrio;
  2. quello psicologico: comprende le valutazioni cognitive, le espressioni psicologiche, la nostra soggettività e la base motivazionale;
  3. quello sociale: come l’ambiente influenza l’individuo e l’espressione delle emozioni.

È altresì necessario effettuare una distinzione tra emozione e sentimento: i sentimenti sono più durevoli e più strutturati a livello cognitivo. Inoltre la differenza più decisiva è che si possono provare delle emozioni al di fuori di ogni sentimento e che nell’ambito di uno stesso sentimento si possono provare più emozioni.
I sentimenti inoltre contraddistinguono la persona dal punto di vista affettivo. Essi costituiscono il vero fondamento della personalità, influiscono notevolmente sugli altri suoi aspetti, ne determinano la struttura e sono in gran parte responsabili delle differenze interindividuali. Intensificandosi possono facilmente trasformarsi in emozioni, mentre queste possono dar luogo a sentimenti duraturi.

Abbiamo visto che ogni emozione comporta cambiamenti corporei non solo interni, ma anche visibili all’esterno; ogni emozione ha una sua specifica e universale espressione facciale, un determinato tono di voce e ci spinge a mettere in atto un comportamento specifico, per esempio aggredire se siamo arrabbiati o scappare se siamo spaventati.

Sono considerate fondamentali o primarie quelle emozioni la cui espressione è invariante transculturalmente o addirittura comune ai bambini di età inferiore ad un anno e ai primati non umani (come gioia, rabbia, paura, disgusto, sorpresa e tristezza). Mentre quelle secondarie si distinguono dalle primarie in quanto necessitano, per essere descritte, di altre emozioni.

Secondo Marsha Linehan le emozioni svolgono principalmente tre fondamentali funzioni:

  1. Ci preparano fisicamente ad agire. Sono risposte rapide, involontarie e ci spingono a mettere in atto un determinato comportamento fondamentale per la nostra sopravvivenza. Ci fanno risparmiare tempo e agire immediatamente;
  2. Comunicano agli altri come ci sentiamo. Le espressioni facciali, il tono della nostra voce, la nostra postura, i gesti e le nostre azioni forniscono a chi ci sta intorno un segnale importante di come stiamo;
  3. Comunicano come stiamo a noi stessi. Sono segnali che ci avvisano di come stiamo e che ci dicono se stiamo o meno raggiungendo i nostri obiettivi personali, affettivi e interpersonali.

Le emozioni possono anche avere una doppia valenza, racchiudere cioè in sé aspetti positivi e negativi.
Quando indirizziamo un’emozione, come la rabbia, verso una persona, tendiamo a mettere una barriera e a compromettere il rapporto: in questo caso, l’emozione diventa nemica e distruttiva. Indirizzare invece la rabbia verso il fatto e l’azione che la persona sta compiendo ci permette di salvaguardare il rapporto, in quanto il focus rimane sul comportamento e non sulla relazione o su giudizi di natura valoriale. In questo caso, l’emozione diventa alleata e costruttiva.
Oppure, ad esempio, a prima vista la tristezza sembra negativa ma in realtà è un’emozione utile perché senza di essa non potremmo sfogarci a causa di un avvenimento spiacevole e non potremmo nemmeno conoscere la gioia.

Un ultimo aspetto su cui puntare l’attenzione riguarda l’importanza dell’autocontrollo e della gestione delle emozioni.
Le emozioni hanno un ruolo fondamentale a livello evolutivo: servono a proteggerci, a riconoscere i pericoli e a difenderci da essi. Quando però viviamo un’emozione troppo intensamente o quando non riusciamo a riconoscerla e decifrarla, corriamo il rischio che si rivolti contro di noi.
È quindi importante imparare a guardarsi dentro per capire cosa stiamo provando davvero in un determinato momento. Riconoscere le emozioni dentro di noi non sempre è un’impresa semplice. Richiede tempo e concentrazione, ma è un passo importante per migliorare il nostro rapporto con noi stessi e con gli altri.
Riuscire a definire ed accettare le nostre emozioni ci aiuta infatti a fare la stessa cosa con quelle delle altre persone. Non possiamo nascondere o mascherare quello che proviamo perché si esprime in modo più o meno evidente attraverso di noi e le nostre espressioni. Tanto vale, allora, mostrarci ed accettarci per quello che siamo per vivere più serenamente e in armonia con il mondo.

 

BIBLIOGRAFIA

  • Cannon W.B. (1920) Bodily Changes In Pain Hunger Fear And Rage. Appleton & Co., New York.
  • Ekman, P. (2008) Te lo leggo in faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste. Editore Amrita, collana Scienza e Compassione.
  • Goleman D. (1999) Intelligenza emotiva. RCS Libri S.p.a. Milano. Pp. 421-424, Insegnare a scuola le emozioni.
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  • Schachter S., Singer J. (1962) Cognitive, Social, and Physiological Determinants of Emotional State. Psychological Review, 69, pp.379-399.

 

Dott. Fabio Massimo Stefanoni
Psicologo Psicoterapeuta