Partiamo subito con l’assunto che non esiste un modo giusto, universalmente riconosciuto, per essere genitori capaci. Se avessimo la ricetta, la troveremmo scritta in ogni dove…

Ogni genitore stabilisce con il figlio un tipo di relazione unica e specifica, basata non solo sulla propria storia, sul  proprio senso di sé, ma soprattutto sulla attenta osservazione dello stile di attaccamento che con il figlio si struttura sin dai primi momenti della sua vita, non prescindendo dal suo temperamento.

Vicinanza, presenza, pazienza, contatto fisico ed emotivo, sono alcuni tra gli ingredienti fondamentali affinché si sviluppi un buon legame che vanno dosati, modulati, rinforzati a seconda delle risposte del bambino.

Nello specifico, quando si parla di capacità genitoriali, si tiene in considerazione sia la disponibilità a garantire nel tempo una prossimità fisica con il proprio figlio sostenendolo nei suo i bisogni materiali, sia la capacità di strutturare e mantenere un legame affettivamente significativo, emotivamente caldo, che funga da base sicura in qualsiasi momento evolutivo del bambino.

Sono i bisogni stessi e le necessità dei figli a guidare il genitore il quale, attraverso le proprie qualità personali, dovrà garantirà alla prole la risposta più compatibile e adeguata.

 

BIBLIOGRAFIA

  • Brazelton B., Greenspan S. (2001) I bisogni irrinunciabili dei bambini, Cortina, Milano
  • Fierro D., D’Amore A. (2010) Il mestiere di genitore, Salute mentale
  • Vicentini G. (2003) Definizione e funzioni della genitorialità in www.genitorialità.it

 

Dott. ssa Elisa Longari
Psicologa Psicoterapeuta