Psicosomatica, malattie organiche, elaborazione del lutto

Psicosomatica, malattie organiche ed elaborazione del lutto

Da sempre il corpo è stato studiato non solo nella sua accezione puramente fisica ed anatomica, ma anche come espressione e veicolo di vissuti emotivi non comunicati ed elaborati.
Si pensa infatti che la malattia sia il risultato di meccanismi interagenti a livello cellulare, personale, interpersonale ed ambientale. Così fattori psicosociali (eventi di vita, stress cronico, qualità delle relazioni sociali…) e fattori emozionali possono causare, influenzare o condizionare il decorso di varie malattie somatiche, chiamate per questo motivo disturbi psicosomatici (o somatoformi). Si tratta di malattie vere e proprie caratterizzate dalla presenza di sintomi fisici non giustificati né da una condizione medica generale, né dagli effetti diretti di una sostanza, bensì causati o aggravati da fattori emozionali. Basti pensare per esempio alle gastriti, alla sindrome del colon irritabile, al bruxismo, alle dermatiti, alle cefalee, all’ipertensione: quando non si trova una spiegazione organica né un riscontro negli accertamenti medici, si ricorre ad un intervento psicologico attraverso il quale si cercano nuove modalità di espressione e di relazione, dando parola al sintomo e attribuendo nuovi significati.

Quando invece la malattia organica esiste ed è stata diagnosticata nelle sue forme più croniche o più aggressive (tumore, sclerosi multipla, diabete, fibrosi cistica, malattie degenerative…) la componente di sofferenza emotiva ed affettiva non è più una possibile causa quanto una diretta conseguenza della comunicazione di malattia e di quanto comportato dalla stessa. Fanno la loro comparsa stress, cambiamenti nello stile di vita, cure, isolamento, senso di impotenza, rabbia, dolore. Anche qui lo psicologo può correre in aiuto, accogliendo la domanda di sofferenza e cercando di promuovere l’adattamento possibile alla nuova situazione di vita.

Nei casi estremi, quando cioè la malattia non lascia aperte nuove possibilità di cura e di trattamento e ci si trova purtroppo a stretto contatto con la morte, un aiuto psicologico finalizzato all’elaborazione del lutto può rispondere alle esigenze di chi resta dopo la perdita di un caro. I care giver o le persone affettivamente vicine possono trovare uno spazio ed un tempo non più dettati dai ritmi della malattia, in cui prendere graduale contatto con quanto accorso ed elaborare il difficile senso di vuoto e di perdita conseguente.